Bilanciamento riscaldamento pavimento

Bilanciamento riscaldamento pavimento

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In un impianto di riscaldamento a pavimento, o riscaldamento a pannelli radianti, si potrebbero riscontrare delle zone che rimangono fredde o meno calde, oppure a volte capita che una stanza si presenti per metà calda e per l’altra metà fredda e questo dipende dalla distribuzione delle tubazioni inserite a pavimento ma soprattutto potrebbe significare che non arriva acqua calda o potrebbe essere dovuto alla presenza di una sacca d’aria da sfiatare tramite la regolazione dell’apposita valvola di sfiato automatica che dovrebbe essere presente all’interno della cassetta del collettore a parete o nei casi più importanti di presenza aria necessita una specifica azione di degasatura dell’impianto eseguita dal termoidraulico.

Se dopo avere sfiatato l’aria in modo accurato e verificato che non esistono perdite in quanto il manometro della caldaia mantiene regolarmente la pressione di esercizio, si riscontra che ancora esiste una zona che non scalda o scalda poco, potrebbe essere dovuto a come è stato realizzato l’impianto, se con tubazioni sono troppo lunghe in una zona rispetto alle altre, se è stato rispettato il passo di posa o intensificato nelle zone con maggiore lunghezza di tubazione, o mal bilanciato inizialmente l’impianto, ed in queste situazioni potrebbe dare un pò di vantaggio verificare o eseguire il bilanciamento dell’impianto, controllando le impostazioni o agendo sulle varie valvole posizionate nel collettore a parete.

Senza il progetto dell’impianto, indicante la distribuzione delle zone, le lunghezze dei tubi, il passo di posa, la procedura di bilanciamento diventa meno tecnica e più empirica, in quanto mancano i riferimenti delle portate necessarie da impostare su ogni zona.

Come bilanciare un riscaldamento a pavimento

Potrebbe tornare utile capire quali sono le zone non riscaldate ed a quali tubi corrispondono nel collettore, per questa funzione è necessario un pirometro laser anche di tipo economico, che con dovuta pazienza e numerose misurazioni sul pavimento permette di riconoscere le temperature delle varie zone per poterle poi associare di volta in volta alle temperature dei vari tubi presenti nel collettore a parete. Un altro modo per associare ogni zona ad un tubo è di chiudere una valvola corrispondente ad una zona nel collettore e stare a vedere quale parte del pavimento si raffredda, poi di volta in volta riaprire la valvola di prima e chiuderne un’altra e con dovuta pazienza a turno una valvola alla volta con lo stesso sistema usando un pirometro laser per trovare quale parte del pavimento si è rafreddata. Per un’azione più precisa e veloce l’utilizzo di una termocamera è sicuramente la scelta migliore, ma va comunque considerata la tipologia di pavimentazione che nei vari casi potrebbe variare la temperatura di superficie anche a parità di temperatura di acqua nella tubazione.

Per un’azione di bilanciamento bisogna agire sulle valvole termostatiche con flussimetri che permettono la regolazione dei flussi, si trovano nel collettore a parete, dove la visualizzazione istantanea delle portate su ogni singolo circuito consente la taratura e il bilanciamento di circuiti anche di lunghezze molto diverse tra loro ed aventi diverse cessioni di temperatura in ragione di diversi tipi di pavimentazione che possono incontrare.

Essendo presenti svariate tipologie di collettori e di valvole, in certi impianti in cui non sono presenti le valvole termostatiche con  flussimetri, ma esistono semplici valvole di intercetto, bisogna aprire tutte le valvole posizionate in partenza e eventualmente anche quelle in ritorno se presenti, di tutti i tubi, di tutte le zone dell’impianto di riscaldamento a pavimento, poi attendere qualche ora con l’impianto di riscaldamento acceso ed il termostato ambiente possibilmente impostato ad una temperatura più alta in modo che non stacchi l’impianto durante la prova e verificare con termometro a sonda o un pirometro laser la temperatura del tubo di ritorno su ogni zona, quindi in quei tubi con temperatura maggiore, agendo sulla valvola presente nello stesso tubo al lato di partenza, si chiude un po’ la valvola, in modo che la pressione dell’acqua diventa maggiore verso i tubi più freddi che dovrebbero aumentare la loro temperatura nell’arco di qualche ora, si consiglia di verificare il bilanciamento della temperatura delle varie zone in modo molto lento e graduale, in quanto i tempi di risposta possono essere anche di un’intera giornata e verificare periodicamente con un pirometro laser la temperatura dei tubi di ritorno, una volta raggiunto più o meno l’equilibrio delle temperature nei vari tubi, riportare il tempostato ambiente alla temperatura desiderata e ricontrollare la condizione se rimasta stazionaria anche dopo qualche giorno, se necessario tarare nuovamente, sempre agendo con leggera chiusura sulla valvola di ingresso del tubo con temperatura maggiore o riaprendola leggermente nel caso sia scesa troppo. Un punto di incontro empirico potrebbe essere raggiunto quando la temperatura tra la mandata ed il ritorno di ogni zona raggiunge una differenza non superiore di circa 5 °C

Attenzione a non sottovalutare l’aspetto radiante delle pavimentazioni, in quanto potrebbe accadere che un tipo di piastrella favorisca una migliore espansione del calore in superficie rispetto ad un’altra che magari ha uno spessore maggiore, oppure di un pavimento in legno che ne scherma maggiormente la radiazione, quindi a parità di temperatura delle varie tubazioni e quindi in perfetto stato di bilanciamento dell’impianto, potrebbe accadere che una stanza rimane meno calda solo perchè ha un pavimento diverso, oppure perchè sul pavimento è posato un tappeto molto grande oppure è presente un letto posato a pavimento, in questo caso si potrebbe con un pò di pazienza eseguire l’inverso di quando descritto sopra per portare maggiore temperatura in una stanza con un pavimento meno radiante, ma in questo caso si rischia di vedere abbassarsi la temperatura generale di tutta la casa, quindi si potrebbe provare ad aumentare leggermente la temperatura dell’acqua dell’impianto di riscaldamento per sopperire alla diminuzione di flusso o tentare a ripristinare la condizione iniziale con il rischio di rimane con una stanza leggermente più fredda.